Attraverso i nostri legali di fiducia, abbiamo inviato un esposto all’Ordine dei Giornalisti del Lazio e del Piemonte per denunciare l’allarmismo mediatico e l’infondatezza di un articolo pubblicato in data 24 ottobre sul sito web de «La Stampa», poi ripreso in data 25 ottobre su quello dell’Agenzia ANSA. I due articoli sono diventati virali, causando lo sdegno e la preoccupazione dei cittadini.
Entrambi i siti hanno affermato che la Confederazione Svizzera avrebbe operato la scelta di escludere dall’accesso alle terapie intensive tutte le persone anziane che fossero risultate positive al Covid-19.
«La Stampa» ha titolato: “La Svizzera sceglie: rianimazione negata agli anziani malati di coronavirus”. L’ANSA, a propria volta ha titolato: “Svizzera, fuori gli anziani dalle terapie intensive se mancano i posti”.
La lettura degli articoli però, smentisce, seppure parzialmente, la lapidaria e allarmistica titolazione, dimostrandone la falsità.
In realtà il personale sanitario svizzero non è sottoposto a nessun obbligo o vincolo di scelta sanitaria, quanto piuttosto all’esercizio di una ipotetica facoltà e solo in certezza di altrettanto ipotetiche condizioni: non solo non esiste un dovere automatico (come invece emerge nel titolo e nel poco chiaro articolo de «La Stampa») di precludere l’accesso delle persone anziane colpite dal Covid-19 ai reparti svizzeri di terapia intensiva, ma addirittura, il protocollo, pubblicato a marzo dall’Accademia svizzera delle scienze mediche (assm.ch/fr/coronavirus), costituisce semplicemente una mera linea indicativa comportamentale, cui il medico può liberamente sottrarsi. Il criterio principale del documento, diversamente da quello divulgato da «La Stampa» e dall’ANSA è la prognosi a breve termine: vanno in terapia intensiva prima di tutto i pazienti che più possono trarne beneficio, sempre che il paziente sia d’accordo.
La conferma della falsità della notizia come riportata dai due siti, proviene dalla rivista online svizzera «laRegione» in un articolo pubblicato il 25 ottobre 2020 dal titolo emblematico, “No la Svizzera non nega la rianimazione agli anziani”. Il contenuto di quest’ultimo articolo dimostra che le due testate italiane non hanno svolto alcun tipo di verifica sulla notizia e che le dichiarazioni rese dal dott. Denti presidente dell’Ordine dei Medici del Ticino sono state riportate in maniera palesemente parziale, sintetica e inesatta, in modo funzionale a confermare la titolazione allarmistica e a generare terrore mediatico.