Covid, dal Consiglio di Stato via libera all’uso dell’idrossiclorochina

Covid, dal Consiglio di Stato via libera all’uso dell’idrossiclorochina

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A sorpresa il Consiglio di Stato ha detto sì all’uso dell’idrossiclorochina come terapia per Covid-19, purché sia prescritta da un medico, confermando però la decisione dell’Agenzia del farmaco di escludere il farmaco dalla rimborsabilità Ssn.

Con l’ordinanza numero 7097/2020, pubblicata oggi, la III Sezione del Consiglio di Stato ha infatti accolto, in sede cautelare, il ricorso di un gruppo di medici di base e ha sospeso la nota del 22 luglio 2020 dell’Aifa che vietava la prescrizione off label (ossia per un uso non previsto dal bugiardino) dell’idrossiclorochina per la lotta al Covid 19.

Si tratta di un colpo di scena che riporta i riflettori sul farmaco antimalarico che è stato negli ultimi mesi al centro di aspre polemiche, diatribe e persino di scandali scientifici come spiegavo in questo articolo.

Il paradosso è che i media di massa continuano nella campagna di demonizzazione del farmaco, nonostante la Cina abbia inserito il farmaco nelle linee guida per il trattamento dei pazienti affetti da Covid-19 ed esistano 156 studi da cui si evince il suo funzionamento, soprattutto nell’utilizzo precoce.

Non solo, perché uno studio italiano effettuato su 3.500 pazienti e uno belga condotto su oltre 8 mila pazienti arrivano alle stesse conclusioni: il farmaco riduce la mortalità del 30%.

Chiunque in queste settimane abbia provato a proporre un dibattito obiettivo sull’idrossiclorochina è stato denigrato e trattato alla stregua di un cospirazionista, rendendo evidente come la questione non sia scientifica ma al contrario “politica”. Il pregiudizio sul farmaco ha portato infatti alla diffusione di una forma di isteria collettiva, alimentata dai media di massa.

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Come se non bastasse, nonostante la sentenza del Consiglio di Stato, Facebook ha inserito un annuncio popup rivolto ai suoi utenti (si veda lo screenshot qui riportato) per disincentivare i post sulla tematica e inibire la diffusione di contenuti  a sostegno della terapia con l’idrossiclorochina. Il testo, desunto dall’OMS, spiega che  “non è dimostrato che l’idrossiclorochina possa curare il COVID-19” e che il suo uso può “avere effetti collaterlai gravi e si dovrebbe evitare”.

Ciò si presenta come un abuso e un limite della libertà di opinione e di informazione, in quanto il social network limita tramite shadowban e popup le discussioni degli utenti sulle tematica, arrivando persino alla censura dei contenuti ritenuti inappropriati.

Enrica Perucchietti