“Donald Trump lascia la Casa Bianca con la valigetta atomica: scenario senza precedenti nel giorno di Biden“. Questo il titolo allarmistico di un articolo pubblicato sull’edizione on line di Libero.
Quello che trapela dalle prime righe è uno scenario preoccupante: Trump avrebbe lasciato la Casa Bianca portando con sé la valigia di pelle nera contenente i codici nucleari. Il sottotraccia è il seguente: date le sue condizioni psichiche, il magnate potrebbe attivare i missili, innescando un conflitto mondiale.
Che cosa c’è di vero in questa vicenda?
Qua il problema è il titolo sensazionalistico che giocando sulla comunicazione emotiva e la ricerca di click, lascia volutamente intendere che ci sia il rischio di qualche mossa scellerata e pericolosa da parte del Presidente uscente.
Se la ricostruzione della vicenda contenuta nell’articolo è vera, il resto è falso e il titolo allude a un rischio che non è mai esistito. Nessun pericolo di un olocausto nucleare.
Poco più avanti, in realtà, è l’articolo stesso a precisare quello a cui invece allude il titolo. Leggiamo infatti quanto segue:
«Questa volta la procedura è cambiata: Trump ha deciso di portarla con sé in Florida, dove andrà a vivere. Poi, alle 12 in punto, cioè all’inizio del giuramento di Biden, il militare incaricato ripartirà per la capitale e il tycoon perderà definitivamente il potere di lanciare un attacco».
Insomma,
Trump ha portato a casa la valigetta, ma Biden, in funzione di nuovo capo supremo delle forze armate degli Stati Uniti ne ha ricevuta una immediatamente a mezzogiorno in punto.
Non è mai esistito il pericolo che Trump scatenasse un conflitto nucleare.
Con buona pace di Nancy Pelosi che aveva invitato a togliere la valigetta a Trump per evitare che questi potesse mettersi a premere bottoni a caso. Bottoni che la presidente democratica della Camera dei Rappresentanti dovrebbe sapere che… non esistono.
Al 46° Presidente della Casa Bianca è stato inoltre consegnato il cosiddetto “biscotto”, una tessera che il capo della Casa Bianca porta sempre con sé e che contiene i codici alfanumerici necessari a identificare il presidente, unica persona autorizzata a lanciare un attacco atomico.
Il Presidente americano è infatti l’unico in grado di autorizzare l’impiego delle testate nucleari: il consenso viene fornito attraverso l’attivazione di speciali codici in suo possesso e secondo le regole di ingaggio conservate in una valigetta chiamata “Football”. La valigetta pesa 20 kg (ha un anima in alluminio) ed è trasportata da militari che hanno un apposito addestramento per aiutare il Presidente a dare eventualmente l’ordine di lancio delle testate.
Inoltre, non esiste una sola “football”. Ce ne sarebbero diverse, secondo l’esperto Stephen Schwartz, così come non esiste un “pulsante atomico” come immaginato da molte spy story: al suo interno non si trova un pulsante rosso da attivare per far partire i missili. Che cosa contiente quindi la misteriosa valigetta?
Il suo contenuto è stato reso noto nel 1980 da Bill Guley, all’epoca direttore dell’ufficio militare della Casa Bianca. La valigetta contiene principalmente carta. Il documento più importante è il Black Book, un prontuario della guerra nucleare di 75 pagine con la descrizione degli obiettivi possibili, del loro valore strategico secondo i vari scenari e delle vittime che un eventuale attacco potrebbe causare.
La valigetta contiene anche un telefono che viene usato qualora il Presidente si trovi in viaggio per mettersi in contatto attraverso una linea sicura e via satellite con il National Military Command Center (NMCC), il centro di comando militare statunitense che gestisce tutti i lanci di ordigni nucleari.