Scanzi e la foto vecchia spacciata per recente: propaganda e comunicazione emotiva

Scanzi e la foto vecchia spacciata per recente: propaganda e comunicazione emotiva

andrea scanzi

«Tutta la crisi devastante che stiamo vivendo racchiusa in una sola foto.

I manichini, al caldo, vestiti di lusso. Gli esseri umani, al gelo, senza niente.

Racconta sin troppo bene il nostro presente. Una sorta di apocalisse al rallentatore.

(E dentro questa tragedia c’è gente che apre crisi politiche del tutto prive di logica. Vergogna!)».

Questo il testo del post condiviso da Andrea Scanzi il 24 gennaio 2021 sulla sua pagina Facebook ufficiale a commento di una foto che ritrae un senzatetto che dorme sotto i portici di una città davanti a una vetrina di un negozio di Prada. L’immagine è stata fatta passare per attuale ed è stata strumentalizzata per criticare chi ha tentato di innescare la crisi di governo.

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Il post di Andrea Scanzi del 24 gennaio 2021

In realtà la fotografia non è di questi giorni, ma è stata scattata più di un anno fa e condivisa sempre su Facebook dalla pagina ufficiale della rivista Dolce Vita esattamente il 10 gennaio 2020 con questo testo di didascalia:

«Manichini al caldo con addosso vestiti da migliaia di euro, osservano esseri umani vestiti di stracci morire di fame e freddo. Tutto normale?».

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La stessa fotografia condivisa il 10 gennaio 2020 da Dolce Vita

Perché quello della povertà e dei senzatetto non è certamente un problema nuovo, anzi.

Semmai, la pandemia con le sue restrizioni liberticide, le chiusure forzate e gli svariati Dpcm che lo stesso Scanzi sostiene con forza, ha acuito la forbice tra i sempre più poveri e i super ricchi, innescando un meccanismo di impoverimento collettivo e precariato che rischia di portarci verso una vera e propria polveriera sociale.

Lo stesso Scanzi, che ora difende a spada tratta il governo, è lo stesso che il 25 febbraio 2020 durante una diretta si sfogava contro quella che a suo dire «non è una malattia mortale porca puttana di una troia ladra» prendendosela con il «delirio collettivo» su Covid-19. Rimando al video di Matteo Gracis per approfondimenti.

Già in questo articolo parlavo di come sempre più persone che hanno perso il lavoro nell’ultimo anno o hanno chiuso la propria attività a causa della gestione della pandemia, siano costrette ad accettare lavori precari e persino a fare i rider, senza tutele lavorative, né prospettive future.

Non a caso nel report aggiornato della banca UBS si mostra come, mentre a livello globale si perdevano milioni di posti di lavoro e anche i piccoli e medi imprenditori erano costretti a chiudere le loro attività, durante il lockdown molti miliardari sono riusciti a incrementare di oltre un quarto il valore del loro patrimonio. Basti pensare a Jeff Bezos che da marzo a ottobre 2020 ha visto crescere gli ordini su Amazon portando a un incremento del suo patrimonio di 76 miliardi.

Il problema di questo post è che un “professionista dell’informazione” come Scanzi, che si diletta a bullizzare e denigrare coloro che non la pensano come lui, ha mostrato di essere spinto dall’ideologia e da motivazioni personali e di fare più propaganda al servizio del governo Conte che vera e obiettiva informazione. Se avesse fatto il suo lavoro, infatti, avrebbe postato un’immagine attuale (non mancano certo spaccati di situazioni di indigenza ed estrema povertà), senza il bisogno di ricorrere a una vecchia fotografia.

Il giornalista ha fatto ricorso alla comunicazione emotiva per produrre empatia e attirare l’attenzione del pubblico, in modo però strumentale e attirare like.

Sfruttare l’emozione – soprattutto attraverso le immagini come in questo caso – è una tecnica classica per provocare un corto circuito in un’analisi razionale. Inoltre, l’uso del registro emotivo permette di aprire la porta di accesso all’inconscio per impiantare o iniettare idee, desideri, paure e timori. O, appunto, per fare propaganda.

Enrica Perucchietti