Green pass: le tre clamorose fake news di Draghi sui vaccini

Green pass: le tre clamorose fake news di Draghi sui vaccini

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Mentre la protesta contro la stretta sul green pass divampa e da nord a sud le piazze italiane si riempiono di gente in pacifici cortei di dissenso, la conferenza stampa con cui il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha illustrato il contenuto del nuovo decreto Covid ha innescato numerose polemiche per alcune affermazioni sui vaccini.

Per giustificare l’introduzione di questo strumento di controllo anche per accedere alla vita sociale e per mettere all’angolo alcuni oppositori politici, il Premier si è lasciato andare incautamente ad alcune dichiarazioni erronee nei confronti dei vaccini e delle conseguenze a cui vanno incontro i soggetti che non si sottopongono al siero.

Si tratta, come già evidenziato da alcune testate on line, di vere e proprie fake news.

1) Partiamo dalla prima dichiarazione erronea. Durante la conferenza stampa, un giornalista ha chiesto a Draghi di pronunciarsi sulla posizione espressa Matteo Salvini, il quale nei giorni precedenti aveva affermato che il vaccino non fosse necessario per i giovani.

In risposta, il premier ha usato parole durissime che sono poi state rilanciate l’indomani da alcuni quotidiani per esacerbare il clima di terrore e di divisione politica:

«L’appello a non vaccinarsi è un appello a morire, sostanzialmente. Non ti vaccini, ti ammali, muori. Oppure fai morire: non ti vaccini, ti ammali, contagi, qualcuno muore».

Premesso che Draghi non ha specificato se con il termine “ammalarsi” intendesse la semplice positività alla Covid-19 o lo sviluppo vero e proprio della malattia, in ogni caso entrambi i concetti costituiscono delle fake news. Il Presidente del Consiglio ha infatti erroneamente diffuso il concetto che chi non si vaccina automaticamente si ammala e muore oppure può contagiare e provocare la morte di altre persone.

Innanzitutto, è falso dire che “Chi non si vaccina si ammala”.

In Italia dall’inizio della pandemia, con i primi casi registrati a febbraio 2020, sono 4.302.393 le persone risultate positive alla Covid-19, ossia solo il 7,13% sul totale della popolazione (60,36 milioni di cittadini). Gran parte di questo 7,13% è stato composto non da “malati” ma solo da positivi al tampone.

È altrettanto errato far passare indirettamente il messaggio che i vaccinati non si contagino e non contagino gli altri, come ben evidenziato, invece da Regno Unito e Israele (ci torneremo più avanti).

2) Veniamo alla seconda fake news espressa dal Premier: “Chi si ammala muore”. Secondo Draghi tutti coloro che vengono infettati dalla Covid-19 andrebbero incontro alla morte e rischierebbero di far morire gli altri. Il che, come ben sappiamo, è ridicolo perché ammalarsi di Covid-19 non determina con ineluttabile certezza la morte. A chiarirlo sono i dati, oltre al buon senso.

Sono infatti 127.775 coloro che hanno perso la vita dall’inizio dell’emergenza sanitaria in Italia (dati aggiornati al 20 luglio 2021): se si paragona questo numero a quello sopraccitato dei contagiati complessivi (4,31 milioni) si evidenzia come anche la seconda dichiarazione del Premier sia erronea.

Lo conferma un report dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), secondo cui

«tra i casi confermati diagnosticati fino a ottobre [2020], la percentuale di decessi standardizzata per sesso ed età (il cosiddetto ‘Case Fatality Rate o CFR) è stata complessivamente del 4,3%, con appunto ampie variazioni nelle diverse fasi dell’epidemia: 6,6% durante la prima fase (febbraio-maggio), 1,5% nella seconda fase (giugno-settembre) e 2,4% tra i casi diagnosticati nel mese di ottobre».

Inoltre, in base alle statistiche di un altro report dell’Istituto Superiore di Sanità, la cui analisi si basa sui dati contenuti nelle cartelle cliniche e nelle schede di morte ISTAT recanti le cause di decesso di questi pazienti, il 97% delle persone decedute a seguito di positività al virus aveva almeno una patologia, il 67% tre o più patologie. Pertanto, risulta che solo il 3% dei pazienti rientranti nel campione studiato non presentava patologie preesistenti, mentre l’11,6% aveva una patologia, il 18,4% soffriva di 2 patologie e il 67% presentava 3 o più patologie.

3) Infine, anche la terza affermazione, secondo cui chi non si sottopone a vaccinazione diffonda il virus, sottintendendo così che i vaccinati non possano contagiare gli altri (da cui deriva la stretta sul green pass), non si basa su solide evidenze scientifiche. Al contrario, numerose notizie di cronaca provenienti dai Paesi con alto tasso di vaccinazione (come Regno Unito, Malta, Olanda e Israele), sembrerebbero smentire questo assunto.

Inoltre, 15 Paesi con meno vaccinati in Europa, dall’Ucraina alla Slovenia, non registrano alcuna crescita della curva dei nuovi positivi che risulta vicina ai minimi dell’anno.

Proprio in Israele – finora considerato come un vero e proprio “laboratorio” in campo vaccinale – da alcuni dati comunicati dal Ministero della Salute è emerso che, in seguito alla circolazione della variante Delta, l’efficacia del vaccino Pfizer nel prevenire la diffusione del virus è scesa al 64%. A inquietare gli esperti è soprattutto il fatto che il 40% delle persone colpite dalla variante Delta è costituito da persone che hanno completato il ciclo vaccinale.

Enrica Perucchietti