Tutti gli articoli di Enrica Perucchietti

Politica e media contro la protesta No Tav

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Le manifestazioni di opposizione alla costruzione del Tav in Val di Susa non si fermano, sebbene i governi che si sono succeduti nei decenni abbiano stabilito che non sia possibile un confronto tra le parti. Non importa, perché i valligiani si oppongono da 30 anni alla costruzione della linea ad alta capacità e non intendono retrocedere nemmeno dinanzi alla repressione degli ultimi giorni.

La mobilitazione contro la costruzione della linea ad alta velocità non prosegue infatti per mero principio o antagonismo, ma per la difesa di un territorio. Solo chi ha avuto modo di conoscere da vicino i militanti sa che si tratta di una comunità che ha consolidato un movimento di resistenza popolare. Il Movimento No TAV costituisce di fatto un modello di aggregazione popolare e organizzazione dal basso che altri movimenti sociali sul territorio hanno adottato negli anni: dal No Muos al No TAP e molti altri.

Perché il motto storico dei No Tav che risuona nella valle e che ha ispirato molti altri militanti è: A sarà düra! Un grido di orgoglio e di amore incondizionato per la propria terra.

La convinzione del movimento No Tav è, infatti, che il supertreno si possa ancora fermare, nonostante nei decenni la loro voce sia stata spesso spezzata, impedendo di risuonare dalla Valle al resto del Paese.

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Chiusura Byoblu: la censura contro il giornalismo indipendente è una moderna forma di Inquisizione

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«Hanno chiuso Byoblu ed io oggi, francamente, non so neanche cosa dirvi. Quasi non ho voglia neppure di scrivere, tanta è l’amarezza. Ho sempre combattuto senza risparmiarmi, ma quel canale rappresentava in un certo senso tutta la mia vita».

Si esprime così, in poche righe, l’amarezza di Claudio Messora per la chiusura del canale ByoBlu.

Con un semplice click Youtube ha cancellato mezzo milione di iscritti, 14 anni di attività e circa duemila video. La notifica dell’oscuramento è arrivata con una mail in cui si spiega che la decisione è avvenuta per la presenza di un video dello scorso settembre 2020, realizzato nel corso di una manifestazione di piazza, in cui parlava l’attivista panafricano Mohamed Konare.

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Siti di debunking: chi sono davvero i cacciatori di bufale, chi li finanzia e quali tecniche utilizzano

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I cacciatori di bufale, fact checkers e debunkers, sono davvero indipendenti?

Negli ultimi anni debunkers e fact checkers si sono ritagliati un ruolo di primo piano nella lotta al contrasto delle fake news, finendo per collaborare con movimenti, partiti, esponenti politici e giornalisti ed entrando persino nelle task force atte allo smascheramento della disinformazione on line. In questo modo si è creata una mitologia e una liturgia su queste figure, facendole assurgere all’Olimpo dei professionisti dell’informazione.

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Vaccino Astrazeneca: casi avversi, smascherate le fake news del TG7 e del TG1

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“In base alle prove disponibili e dopo giorni di analisi approfondita dei risultati di laboratorio, rapporti medici, rapporti autoptici e altre informazioni dai test clinici, non possiamo ancora escludere in modo definitivo un collegamento tra questi casi e il vaccino”.

Così la direttrice di Ema Emer Cooke ha spiegato in conferenza stampa il 18 marzo, riguardo agli eventi avversi segnalati dopo la vaccinazione con AstraZeneca, che non è ancora possibile, al momento, “escludere in modo definitivo un collegamento” con i rari casi tromboembolici e che perciò “occorre avvertire di queste possibilità”.

La notizia è stata anche riporta correttamente dall’Ansa ma diverse testate, quotidiani e TV hanno distorto il senso delle dichiarazioni di Cooke, diffondendo la notizia che invece non vi sarebbero prove di legame con i casi di trombosi (per esempio questo articolo de Il sole24ore che titola: “Ema su Astrazeneca: nessuna prova di legame con casi di trombosi”).

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Addio Fausto Gresini: le fake news dei media sulla morte del campione

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“La notizia che non avremmo mai voluto darvi e che siamo costretti a scrivere. Dopo due mesi di lotta al covid, Fausto Gresini ci lascia con 60 anni appena compiuti, Ciao Fausto”.

L’ex pilota Fausto Gresini, manager della scuderia di moto che porta il suo nome, si è spento questa mattina alle 10.02 dopo una battaglia di due mesi contro il Covid.

La notizia della morte è stata diffusa dal suo team su Twitter.

A piangere pubblicamente la sua scomparsa il figlio Lorenzo:

“Il nostro campione ci ha lasciati per sempre oggi alle 10.02 – ha scritto sui social Lorenzo, il figlio di Gresini -, ha lottato fino alla fine, è nato per vincere e stava vincendo di nuovo, stava migliorando, quando una emorragia cerebrale ce lo ha strappato via. Ciao Ba’! Così ti chiamavo e ti chiamerò per sempre, lasci un vuoto incolmabile e vivrai per sempre dentro tutte le persone che ti vogliono bene. Noi ti amiamo immensamente, ti portiamo e ti porteremo nel cuore tutti i giorni”.

Nella serata di ieri era circolata la notizia falsa della morte del pilota sulle agenzie di stampa e le testate on line, prontamente smentite dal team Gresini e dal figlio Lorenzo.

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