Le previsioni sul Covid dell’istituto fondato da Bill Gates (che i media fanno finta di non vedere)

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Sembrava un incubo destinato a finire con l’avvento “salvifico” dei vaccini, sebbene con danni economici, sociali e psichici irreversibili. E invece no, ci siamo ripiombati in pieno. Italia tinta di arancione e rosso, stretta ulteriore per le festività, dove si riproporrà quanto vissuto nella Pasqua precedente e durante il Natale. Ormai, come in ogni culto che si rispetti, anche la religione del terrorismo sanitario impone i suoi sacrifici: i giorni di festa, più degli altri, vanno immolati al virus di turno, offrendo la propria rinuncia alla socialità, alla convivialità e alle riunioni familiari.
Ma quanto durerà questo supplizio, posto che la maggioranza della popolazione, ipnotizzata e accondiscendente, ne legittima il proseguimento con la propria complice obbedienza?

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Recovery Fund: è davvero la manna dal cielo come ci raccontano i mass media italiani?

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Sta per arrivare una pioggia di denaro, che l’UE elargirà maternamente ai suoi cittadini travolti dalla drammatica crisi legata (alla gestione) del coronavirus, in primis ai poveri italiani, noti scialacquatori e perenni ultimi della classe, tra i più colpiti. 209 miliardi da spendere: una cifra esorbitante, che rappresenterà un’occasione unica per la ripresa economica e, se ben spesa, sarà in grado di riscattare il nostro Paese e avviarlo lungo un percorso virtuoso di rinascita. Una vera manna dal cielo, così importante per il nostro futuro da rendere necessaria la discesa in campo dei tanto osannati competenti.

Ma è davvero così? A smontare la narrazione del mainstream sono due economisti italiani, Emiliano Brancaccio e Riccardo Realfonzo, docenti all’Università del Sannio, dalle colonne del Financial Times.

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Minaccia con pugnale insanguinato? Per Twitter non è violenza

Twitter

I social media si dichiarano sempre più attenti alla tutela degli utenti dalle intimidazioni, dalle discriminazioni e dalle fake news perché, sostengono, vogliono che la rete sia un posto migliore. Vegliano così tanto sulle nostre vite virtuali che sempre più frequentemente, in particolare nell’era Covid, molti account vengono sospesi perché osano esprimere pareri su temi di salute pur non essendo dei medici, o meglio ancora degli “scienziati”. Sono così scrupolosi nel controllo dell’attendibilità delle notizie da gettare dubbi persino sulle dichiarazioni del primo cittadino degli Stati Uniti, come ha fatto Twitter con le dichiarazioni di Trump sulle frodi nelle recenti elezioni americane. D’altronde lo scontro tra Donald Trump e il social network non è certo nuovo, già a maggio 2020 aveva segnalato due post del presidente Usa in merito al rischio di brogli nel voto via posta in California. All’immancabile reazione del tycoon, il ceo Jack Dorsey, personaggio eccentrico della Silicon Valley, noto per il suo look e le sue passioni stravaganti, si era assunto la responsabilità delle proprie azioni, affermando in modo risoluto “Continueremo a segnalare informazioni errate o contestate sulle elezioni a livello globale”.

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