Vaccino Astrazeneca: casi avversi, smascherate le fake news del TG7 e del TG1

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“In base alle prove disponibili e dopo giorni di analisi approfondita dei risultati di laboratorio, rapporti medici, rapporti autoptici e altre informazioni dai test clinici, non possiamo ancora escludere in modo definitivo un collegamento tra questi casi e il vaccino”.

Così la direttrice di Ema Emer Cooke ha spiegato in conferenza stampa il 18 marzo, riguardo agli eventi avversi segnalati dopo la vaccinazione con AstraZeneca, che non è ancora possibile, al momento, “escludere in modo definitivo un collegamento” con i rari casi tromboembolici e che perciò “occorre avvertire di queste possibilità”.

La notizia è stata anche riporta correttamente dall’Ansa ma diverse testate, quotidiani e TV hanno distorto il senso delle dichiarazioni di Cooke, diffondendo la notizia che invece non vi sarebbero prove di legame con i casi di trombosi (per esempio questo articolo de Il sole24ore che titola: “Ema su Astrazeneca: nessuna prova di legame con casi di trombosi”).

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Campagna #bastaterrorismomediatico

terrorismo mediatico

Oggi pomeriggio, sabato 6 Marzo 2021, davanti alle sedi di TV e giornali nazionali in diversi capoluoghi italiani, andranno in scena dei flashmob organizzati da NoBufale.it per dire “Basta alla disinformazione e al terrorismo mediatico“.

Le iniziative si svolgeranno nel pieno rispetto delle normative vigenti. La nostra è una protesta pacifica, civile e democratica.

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Basta disinformazione e terrorismo mediatico: partecipa alle iniziative in programma

terrosimo mediatico

Prosegue senza sosta il terrorismo psicologico da parte dei mass media italiani: si continua a dare incredibile risalto a notizie (spesso strumentalizzate e distorte) con il solo scopo di creare apprensione nei cittadini, giustificando così qualsiasi limitazione delle libertà fondamentali imposte dal governo. Allo stesso tempo si omette di raccontare qualsiasi fatto che possa rappresentare un miglioramento della situazione, nonché alternative efficaci a quelle imposte dalle istituzioni per affrontare l’emergenza sanitaria emersa nell’ultimo anno. Chiunque provi a portare all’attenzione punti di vista diversi dal pensiero unico delle autorità (anche attraverso testimonianze dirette, numeri alla mano e fatti concreti), viene schernito, isolato, radiato, censurato e bullizzato.

Tutto questo deve finire!

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Fake news: quando sono reato? Gli aspetti legali della disinformazione sul web

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Da anni si cerca di adottare un disegno di legge per normare il web per il problema della disinformazione e del cyberbullismo.

Sebbene non esista ancora una disciplina organica sulle bufale del web, esistono comunque aspetti legali e penali legati alla diffusione di bufale nel caso queste costituiscano un reato, come per esempio Diffamazione e Procurato allarme.

Non solo i creatori delle fake news ma anche chi condivide il messaggio può subire gravi conseguenze penali.

Vediamo quali sono i principali reati e gli illeciti che è possibile commettere creando e condividendo notizie false.

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Propaganda, censura e debunking: come il Potere manipola e orienta l’opinione pubblica

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Il controllo totale della società

Negli ultimi mesi si è parlato molto 1984, a riguardo delle derive sociali che sono state adottate anche nel nostro Paese sull’ondata dell’emergenza sanitaria e che hanno spinto diversi giornalisti e ricercatori a un parallelo con la società distopica immaginata da George Orwell.

Tra i punti in comune tra l’attualità e 1984 troviamo: una politica basata sulla paura, l’odio, la solitudine e il sospetto, la delazione e la creazione di task force e di una Commissione parlamentare sulle fake news che riecheggiano l’operato del Ministero della Verità orwelliano (Miniver in neolingua).

Nella società descritta da Orwell, infatti, il controllo è totale in quanto i colleghi del protagonista, Winston Smith, che lavorano presso il Miniver, si occupano di falsificare la storia seguendo l’adagio del Partito,

«Chi controlla il passato […] controlla il futuro. Chi controlla il presente controlla il passato».

 

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