Covid-19: il “New York Post” utilizza una vecchia immagine per sostenere che in India le persone muoiono in strada

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In questi giorni in cui la situazione indiana ha monopolizzato l’informazione mainstream, i media sembrano aver deciso di strumentalizzare la tragedia per esacerbare il clima di paura, diffondendo inesattezze e perfino fake news.

Il New York Post in un articolo pubblicato sul suo sito web a cura di Jackie Salo il 26 aprile ha utilizzato un’immagine vecchia e fuorviante  Il titolo era titolo emblematico: “Il Covid divora la gente in India, le foto mostrano gente morta per le strade”.

Facendo riferimento a una fotografia in cui si vede una donna sdraiata priva di sensi sulla strada, con un’altra donna, presumibilmente sua figlia che cerca di svegliarla tirandola a sé, la testata ha scritto che le persone in India cadono “morte” per le strade a causa del Covid.

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Focolaio nei campus fiorentini: “Nessuna festa di laurea”, gli studenti smentiscono la ricostruzione dei media

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«Salve a tutti, sono uno studente della residenza Val di Rose di Sesto Fiorentino. In residenza non c’è stata nessuna festa nelle date indicate poiché eravamo già tutti in quarantena. Non capisco che bisogno c’è di diffondere notizie false e diffamatorie, senza essere a conoscenza della situazione reale». fonte

«Noi della residenza Val di Rose siamo sorvegliati 24h su 24 da portieri e videocamera, in più aggiungo che in quelle date eravamo già in quarantena. Prima di lanciare accuse infondate, accertatevi della realtà dei fatti. Ci stiamo mobilitando per far conoscere la verità, purtroppo sulla vostra professionalità invece dubito si possa far qualcosa».

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«Oggi la residenza in cui sono alloggiata, che purtroppo si trova in quarantena già da più di una settimana per un focolaio, si è ritrovata citata in un articolo le cui informazioni sono assolutamente INESATTE. Abbiamo fatto sentire la nostra voce ed il risultato è stato solo un intervento, inserito a fine pagina, dell’azienda regionale del diritto allo studio che spiega la situazione attuale, senza però che la testata giornalistica mettesse in evidenza l’aggiornamento apportato all’articolo». fonte

Questi sono solo alcuni brevi stralci dei commenti degli studenti fiorentini che hanno deciso di affidare a Facebook il loro sfogo per smentire le ricostruzioni che sono state diffuse in questi giorni dai media in merito alla notizia di due distinti focolai di Covid-19 presso il campus universitario CampusX di Viale Morgagni e presso la struttura Val di Rose di Sesto Fiorentino.

La ricostruzione diffusa da La Nazione sarebbe, secondo i ragazzi, inesatta.

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Chiusura Byoblu: la censura contro il giornalismo indipendente è una moderna forma di Inquisizione

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«Hanno chiuso Byoblu ed io oggi, francamente, non so neanche cosa dirvi. Quasi non ho voglia neppure di scrivere, tanta è l’amarezza. Ho sempre combattuto senza risparmiarmi, ma quel canale rappresentava in un certo senso tutta la mia vita».

Si esprime così, in poche righe, l’amarezza di Claudio Messora per la chiusura del canale ByoBlu.

Con un semplice click Youtube ha cancellato mezzo milione di iscritti, 14 anni di attività e circa duemila video. La notifica dell’oscuramento è arrivata con una mail in cui si spiega che la decisione è avvenuta per la presenza di un video dello scorso settembre 2020, realizzato nel corso di una manifestazione di piazza, in cui parlava l’attivista panafricano Mohamed Konare.

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Siti di debunking: chi sono davvero i cacciatori di bufale, chi li finanzia e quali tecniche utilizzano

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I cacciatori di bufale, fact checkers e debunkers, sono davvero indipendenti?

Negli ultimi anni debunkers e fact checkers si sono ritagliati un ruolo di primo piano nella lotta al contrasto delle fake news, finendo per collaborare con movimenti, partiti, esponenti politici e giornalisti ed entrando persino nelle task force atte allo smascheramento della disinformazione on line. In questo modo si è creata una mitologia e una liturgia su queste figure, facendole assurgere all’Olimpo dei professionisti dell’informazione.

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Niente stipendio agli infermieri che non si vaccinano? Falso, ecco la ricostruzione dell’ordinanza del Tribunale di Belluno

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A partire dalla giornata di ieri, 23 marzo 2021, tutti i principali organi di informazione (elenco di seguito) hanno riportato una notizia in merito all’ordinanza del Tribunale di Belluno sulla sospensione di 10 operatori sanitari – di cui 2 infermieri – di una RSA che avevano rifiutato la vaccinazione anti Covid-19.

L’idea che è circolata è che ci sia stata una “sentenza storica contro i no vax” e che questa abbia confermato che sia giusto e possibile sospendere dal lavoro e sospendere conseguentemente lo stipendio a chi rifiuta il vaccino.

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