Fake news su sospensione per operatori che rifiutano il vaccino: depositato esposto disciplinare

infermieri vaccino

Come avevamo ricostruito in questo articolo, il 23 marzo 2021 i principali organi di informazione (da Ansa a La Stampa ecc) avevano riportato una notizia imprecisa e falsa in merito all’ordinanza del Tribunale di Belluno sulla sospensione di 10 operatori sanitari di una RSA che avevano rifiutato la vaccinazione anti Covid-19.

L’idea che i media avevano diffuso e che è rimbalzata sui social network che hanno condiviso la notizia rendendola virale è che ci sia stata una “sentenza storica contro i no vax” e che questa abbia confermato che sia giusto e possibile sospendere dal lavoro e sospendere conseguentemente lo stipendio a chi rifiuta il vaccino. Diverse testate hanno infatti voluto rimarcare la questione della sospensione dello stipendio ai dieci operatori sanitari.

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Smascherata la bufala del commercialista che diventa un rider “felice”

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Reinventarsi è diventato un obbligo per tutti quei liberi professionisti, imprenditori, artisti o lavoratori nel campo della ristorazione che sono stati licenziati, lasciati a casa o costretti a chiudere la propria attività per colpa della pandemia. Molti si sono reinventati nel campo del food delivery, e pare che solo in Italia si sia arrivati a contare circa 30.000 rider che portano a casa la spesa o la cena in bicicletta o in scooter. Si tratta di lavoratori precari che vivono di consegne a domicilio, alle prese ogni giorno con problemi di sicurezza e diritti violati.

Quando parliamo di Uber, Foodora, Deliveroo, ecc. ci riferiamo a un fenomeno particolare, quello della gig economy. La gig economy (dal termine inglese “gig”, “lavoretto”) è un modello dove le prestazioni lavorative stabili sono azzerate e gli impiegati e i dipendenti a tempo indeterminato praticamente non esistono (molti sono studenti e immigrati). La dimensione sociale del lavoro è azzerata con rilevanti ricadute in termini di esclusione sociale e tutele di welfare.

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Rianimazione negata agli anziani in Svizzera? Esposto per gli articoli fake de La Stampa e dell’Ansa

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Attraverso i nostri legali di fiducia, abbiamo inviato un esposto all’Ordine dei Giornalisti del Lazio e del Piemonte per denunciare l’allarmismo mediatico e l’infondatezza di un articolo pubblicato in data  24  ottobre  sul  sito  web  de  «La  Stampa», poi ripreso  in  data  25  ottobre  su  quello dell’Agenzia ANSA. I due articoli sono diventati virali, causando lo sdegno e la preoccupazione dei cittadini.

Entrambi  i  siti  hanno affermato che la Confederazione  Svizzera  avrebbe  operato  la  scelta  di  escludere  dall’accesso  alle  terapie intensive tutte le persone anziane che fossero risultate positive al Covid-19.

«La  Stampa»  ha titolato: “La Svizzera sceglie: rianimazione negata agli anziani malati di coronavirus”. L’ANSA, a propria volta ha titolato: “Svizzera, fuori gli anziani dalle terapie intensive se mancano i posti”.

La lettura degli articoli però, smentisce, seppure parzialmente, la lapidaria e allarmistica titolazione, dimostrandone la falsità.

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