Professionisti della disinformazione: il libro prodotto da NoBufale.it

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Il progetto NoBufale.it è nato nell’estate 2020 con l’intento di limitare la disinformazione dilagante e il terrorismo psicologico-mediatico portato avanti dai mass media.

Con i soldi raccolti attraverso le donazioni sono stati fatti esposti, denunce (alcune ancora in corso), flash mob, tour, acquistati spazi pubblicitari e creati contenuti ad hoc per contrastare la mala-informazione e la propaganda (qui disponibile la rendicontazione completa con tutte le iniziative svolte).

Se dal punto di vista legale non abbiamo ottenuto i risultati sperati (trovandoci di fronte a muri di gomma in cui è apparso evidente come – a volte – anche gli ordini professionali e gli enti di controllo siano omertosi nonché totalmente assoggettati al Sistema), il lavoro svolto è sicuramente servito per sensibilizzare tanti cittadini e soprattutto per mettere a nudo coloro i quali hanno avuto il coraggio di auto-proclamarsi “professionisti dell’informazione”, smascherandoli e smentendoli in più occasioni.

Volevamo chiudere il cerchio. Utilizzare i fondi a disposizione rimasti per un’ultima iniziativa che potesse riassumere quanto fatto, ma anche andare oltre e lasciare il segno.

È nato così il libro “PROFESSIONISTI DELLA DISINFORMAZIONE. Le bufale più clamorose dei mass media” di Enrica Perucchietti con la prefazione di Matteo Gracis

Ora disponibile nelle migliori librerie e in tutti i digital store.
(sia in versione cartacea che digitale)

Verrà infine presentato in giro per l’Italia durante una serie di eventi dal vivo.

p.s. Ottima idea regalo per Natale 😉

Il virus delle fake news: dalla censura di YouTube alla TV di Byoblu

youtube censura

Questa intervista avrebbe dovuto uscire ieri sera sul canale YouTube di Matteo Brandi, ma è stata bloccata ancora prima che andasse online. Secondo YouTube infatti, i contenuti avrebbero violato le regole della community, nonostante tutti i fatti riportati fossero correlati da fonti verificabili e notizie dei mass media. Nell’intervista non si è parlato in alcun modo di scienza o medicina bensì esclusivamente di informazione (o meglio, disinformazione). Pura e semplice censura quindi, niente di più né di meno.

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Fake news su sospensione per operatori che rifiutano il vaccino: depositato esposto disciplinare

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Come avevamo ricostruito in questo articolo, il 23 marzo 2021 i principali organi di informazione (da Ansa a La Stampa ecc) avevano riportato una notizia imprecisa e falsa in merito all’ordinanza del Tribunale di Belluno sulla sospensione di 10 operatori sanitari di una RSA che avevano rifiutato la vaccinazione anti Covid-19.

L’idea che i media avevano diffuso e che è rimbalzata sui social network che hanno condiviso la notizia rendendola virale è che ci sia stata una “sentenza storica contro i no vax” e che questa abbia confermato che sia giusto e possibile sospendere dal lavoro e sospendere conseguentemente lo stipendio a chi rifiuta il vaccino. Diverse testate hanno infatti voluto rimarcare la questione della sospensione dello stipendio ai dieci operatori sanitari.

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Siti di debunking: chi sono davvero i cacciatori di bufale, chi li finanzia e quali tecniche utilizzano

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I cacciatori di bufale, fact checkers e debunkers, sono davvero indipendenti?

Negli ultimi anni debunkers e fact checkers si sono ritagliati un ruolo di primo piano nella lotta al contrasto delle fake news, finendo per collaborare con movimenti, partiti, esponenti politici e giornalisti ed entrando persino nelle task force atte allo smascheramento della disinformazione on line. In questo modo si è creata una mitologia e una liturgia su queste figure, facendole assurgere all’Olimpo dei professionisti dell’informazione.

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Reparto invaso da varianti Covid? Falso. Denunciato il dott. Galli per procurato allarme

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In un’intervista rilasciata il 16 febbraio scorso all’ANSA e ad altre testate giornalistiche, il dott. Massimo Galli, Direttore delle Malattie infettive dell’Ospedale Sacco di Milano, ha dichiarato quanto segue:

«Siamo tutti d’accordo che vorremmo tutti riaprire, ma io mi ritrovo di nuovo un reparto invaso da nuove varianti, e questo riguarda tutta l’Italia e questo fa facilmente prevedere che a breve avremo problemi più seri».

«Le avvisaglie vengono guardando cosa sta succedendo in altri Paesi europei. Le varianti ci sono e sono maggiormente contagiose e quindi hanno maggiore capacità a diffondersi in situazioni che non si ristendono sicure. È spiacevole ma è un dato di fatto. Questa è la realtà intorno a cui è inutile fare chiacchiere».

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