Potremmo considerarlo la Cenerentola dei farmaci per la cura del Covid-19. L’idrossiclorochina, farmaco usato da oltre un secolo per il trattamento della malaria e di altre patologie, è da mesi al centro di diatribe, polemiche, scandali e falsi studi pilotati volti a screditarne l’efficacia.
Dopo lo scandalo Surgisphere, che analizzeremo tra poco, l’idrossiclorochina è tornata alla ribalta, protagonista di un’ennesima campagna volta a demonizzarne l’utilizzo, sebbene la Cina abbia inserito il farmaco nelle linee guida per il trattamento dei pazienti affetti da Covid-19 ed esistano 156 studi da cui si evince il suo funzionamento, soprattutto nell’utilizzo precoce.
Non solo, perché uno studio italiano effettuato su 3.500 pazienti e uno belga condotto su oltre 8 mila pazienti arrivano alle stesse conclusioni: il farmaco riduce la mortalità del 30%.